SECONDO LABORATORIO DI ICONE

Giovedì 16 gennaio si è concluso il secondo laboratorio di Icone organizzato da BUONAVIA ODV all’interno del progetto L’ARTE: UNA STRADA PER IL BENESSERE, finanziato dal Comune di Udine nell’ambito di OMS “Città Sane” e indirizzato a persone ultrasessantacinquenni.

Il laboratorio era iniziato martedì 7 gennaio nei locali dell’Atelier, in piazza I maggio 24.

I partecipanti, che avevano frequentato nel marzo 2024 il primo laboratorio, hanno aderito con entusiasmo alla proposta di realizzare un’icona di scuola greca raffigurante la Madre di Dio della Tenerezza, pur sapendo che si sarebbe trattato di un’opera ben più complessa ed ardita del Cristo Pantocratore prodotta nel primo corso. In questo caso, infatti, le figure da rappresentare erano due e comprendevano non solo il volto, ma anche la parte superiore dei soggetti, in particolare il manto della Vergine, ampiamente drappeggiato. Ma, si sa che le imprese quanto più appaiono ardue tanto più esercitano attrattiva e, soprattutto, che l’esperienza vissuta in precedenza, così umanamente ricca e gratificante, richiedeva una completa conferma.

La garanzia per un felice, proficuo percorso era dunque fornita dalle forti motivazioni dei partecipanti, ma l’asso nella manica era rappresentato dalla maestra, Marilisa Cosatti, che da Genova si è presentata puntuale all’inizio fissato per il laboratorio, entusiasta e determinata come e più degli allievi. Come si conviene incominciando un cammino lavorativo, l’iconografa ha presentato il progetto, cioè l’opera da realizzare, consegnando a ciascuno una immagine della stessa, una serie di fotocopie delle varie fasi della scrittura delle due figure e, quindi, la strumentazione necessaria: la tavola in legno gessato, i pennelli di vario tipo e dimensione, le ciotole e le varie polveri, tuorlo d’uovo e vino per ricavare i colori, e la foglia d’oro. La “Preghiera dell’iconografo” ha dato inizio, il primo e tutti gli altri giorni, all’attività che è poi proseguita, con una breve pausa, per l’intera mattinata, in un clima, via via più intenso, concentrato e nello stesso tempo disteso, cordiale e collaborativo.

La maestra è stata, naturalmente, la guida indispensabile, dimostrando tutta la propria competenza, disponibilità ed illimitata pazienza nello spiegare, nel ripetere, nel correggere, nel valorizzare ogni minimo progresso ed ogni piccolo traguardo conquistato.

Ma chi l’ha detto che seguire delle indicazioni, tentare di immedesimarsi con lo spirito ed i contenuti trasmessi dall’insegnante, accettare gli errori e, di conseguenza, le correzioni, siano una mortificazione della creatività, un ostacolo all’espressione integrale delle proprie capacità, un incentivo alla passività? Niente di tutto questo è accaduto nell’esperienza vissuta dai partecipanti al laboratorio. Certo, scrivere un’icona non è come dipingere un quadro: ci sono delle tecniche  tramandate da secoli che vanno adottate, simbolismi da rispettare, strumenti particolari da utilizzare; c’è tanto da conoscere e da imparare, ma la grandezza e l’importanza dello scopo – realizzare una vera icona – la bellezza dell’opera, la condivisione di difficoltà, fatiche, insuccessi, nonché, dei progressi, delle scoperte, dei traguardi raggiunti, la pazienza, la determinazione messe in campo hanno prodotto il risultato sperato. É impressionante soprattutto che, nonostante le icone rappresentino tutte la stessa immagine, nessuna è uguale all’altra. “Gli occhi sono totalmente vostri, dovete farli come l’ispirazione vi suggerisce…” ripeteva la maestra. Ed infatti, lo sguardo in particolare, ma anche le tonalità più o meno intense, il drappeggio del manto hanno reso ogni opera unica e “figlia” di chi l’ha riprodotta.

L’orgoglio, la soddisfazione, perfino la commozione sono palpabili nei volti degli “iconografi” immortalati nelle foto, singole e di gruppo eseguite da Giorgio e Clara, del laboratorio di fotografia, al termine dell’ultima mattinata di lavoro.

L’icona della Madre di Dio della Tenerezza va ad aggiungersi a quella del Cristo Pantocratore realizzato nel laboratorio precedente e, nei desideri espressi da tutti, attende il futuro capolavoro da attuare nel prossimo laboratorio.

L.C.